Percezione:
l'effetto di percepire, di comprendere il significato di qualcosa per mezzo di significati.
L'atto di osservare ciò che ci circonda avviene in modo automatico e immediato ogni giorno, indipendentemente dagli spazi in cui ci troviamo: in un museo, a casa o camminando per le strade della città. Da queste osservazioni è possibile attribuire significati a determinate situazioni e circostanze.
Sulla base di questa idea, quali sono i vantaggi di mettere in discussione i nostri processi di visione delle opere artistiche?
Il tema questa volta è la percezione, contestualizzata nei meccanismi dello sguardo. L'esercizio di osservare un'opera d'arte può svolgersi in innumerevoli modi, generando risultati diversi per l'opera stessa e anche per l'osservatore.
La nostra capacità di assegnare significati alle opere d'arte può svilupparsi più profondamente quando siamo attenti ai nostri processi di osservazione. Qual è la differenza tra l'attribuzione di significati e una comprensione autentica e organica?
Ci sono immagini che funzionano come mezzo per dare un senso a situazioni e scenari, e altre che offrono una comprensione automatica di ciò che non è stato masticato in precedenza per il nostro consumo. In questo caso, quale sarebbe il ruolo dello spettatore nel produrre significato per le opere d'arte?
Le nostre percezioni interferiscono anche nella produzione dei nostri ricordi, fondendo informazioni immaginarie e creando nuovi linguaggi e significati. I nostri campi immaginari sono quindi in continua evoluzione. È possibile coltivare il nostro meccanismo di sguardo per renderlo più profondo e significativo?
Nelle prossime settimane proporremo esercizi di sguardo, indagheremo il nostro rapporto con il modo in cui vediamo le opere d'arte e illustreremo il tema portando opere di artisti che dialogano con queste domande.
Immagine: Marco Tirelli